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Nuova riforma europea sul diritto d'autore

Cosa cambia la nuova riforma europea sul diritto d’autore?

È da poco entrata in vigore la nuova riforma europea sul diritto d’autore, perché dovresti conoscerla e cosa potrebbe cambiare nel tuo Blog aziendale o nella tua campagna di social media marketing?

L’utilizzo di internet sta diventano sempre più fondamentale per ciascuno di noi nelle nostre vite di tutti i i giorni.

È per questo che non risulta per nulla strano che una riforma abbastanza importante come questa sul diritto d’autore abbia mosso così tanto le acque.

Infatti, come spesso accade, un grosso cambiamento porta l’opinione pubblica a dividersi in due parti contrastanti.

Per comprendere a pieno di cosa stiamo parlando però, è meglio fare un passo indietro.

Il diritto d’autore

È bene specificare che questa è una riforma dell’unione europea, questo vuol dire che NON ha ancora validità in Italia.

Ogni stato membro ha 2 anni per far diventare legge il contenuto di questa normativa.

Quindi nell’immediato non cambierà assolutamente nulla.

Anzi, il nostro stato non è il primo della classe in quanto attualizzazione delle riforme comunitarie. Per almeno un altro anno quindi continueremo con l’attuale legge.

Ora senza scendere nei particolari burocratici, il diritto d’autore è quella legge che tutela le opere astratte.

Per spiegarlo ancora più semplice.

Mentre per gli oggetti concreti esiste la proprietà, ovvero una casa o una macchina sono di qualcuno perché le hanno comprate e le posseggono.

Questo non è possibile per le opere astratte. È difficile dimostrare che un’idea è tua o ancora peggio è impensabile comprare un’idea.

Per ovviare a questo problema si è pensato a un diritto sulle opere astratte. Non si compra più un’idea, ma la possibilità di usare quell’idea.

Quindi:

  • Cose fisiche = Proprietà
  • Cose astratte = Diritto d’autore

Chiaramente il diritto non è così semplice, è pieno di sfaccettature, ma almeno adesso sappiamo di cosa stiamo parlando.

La nuova riforma europea sul diritto d’autore.

Perché allora qualcuno dovrebbe essere contrario a questo? Ma sopratutto, perché fare una nuova riforma?

Sempre per semplificare, diciamo che per adesso le maglie del filtro sul diritto d’autore erano un po’ larghe.

L’unione europea sta spingendo perché i filtri siano più stretti e che i creatori di contenuti si vedano più facilmente riconosciuti i propri diritti.

Questo ha generato un movimento di protesta abbastanza grande, perché dalla sua nascita internet si è sempre posto l’obiettivo di essere una piattaforma completamente libera e si è percepito questa riforma come un ostacolo a questa libertà.

Una delle voci più grosse di questo movimento è wikipedia.

Questa può essere la nostra ultima opportunità. Aiutaci a salvare il diritto d'autore in Europa.
Questa può essere la nostra ultima opportunità. Aiutaci a salvare il diritto d’autore in Europa.

Wikipedia nel giorno prima della votazione ha deciso di oscurare le proprie pagine per sensibilizzare i visitatori contro la nuova riforma europea sul diritto d’autore.

La paura principale è che se ogni contenuto viene protetto dal diritto diritto d’autore, internet diventi uno spazio a pagamento, dove anche solo il condividere una notizia possa in qualche modo costare soldi.

Questo perché se ora, nei limiti di una certa percentuale, si possono prendere dei contenuti di una certa opera senza dover pagare, sembrava che l’unione europea volesse vincolare del tutto i contenuti online al diritto d’autore.

Una situazione tipo

Se il diritto d’autore fosse sul 100% delle opere, internet sarebbe più o meno così:

  • Nella tua bacheca Facebook vedi un’immagine divertente tratta da un film.
  • Decidi di condividere quell’immagine.

Te e la persona che avete che avete condiviso quell’immagine dovreste pagare una tassa a quelli che hanno prodotto il film per avere usato una loro immagine.

Siccome la casa di produzione cinematografica non può andare a vedere caso per caso cos’è successo, presenta un conto a Facebook sull’uso delle sue immagini.

A forza di dover pagare Facebook rimane senza soldi e per non chiudere inizia a chiedere un servizio a pagamento a tutti i suoi utenti.

Ma fortunatamente, anche dopo la nova riforma europea sul diritto d’autore non sarà così!

I contenuti della nuova riforma europea sul diritto d’autore

Gli articoli del disegno di legge oggetto di dibattito sono il numero 11 ed il numero 13.

L’articolo 11 della riforma darà la possibilità agli editori di stampa di fare accordi con le piattaforme online per farsi pagare l’utilizzo dei contenuti di informazione.

I ritagli delle notizie che danno forma ai cosiddetti “snippet” e che descrivono il contenuto di una notizia non avranno alcuna protezione dalla riforma e quindi resteranno nel libero uso delle piattaforme online.

Gli introiti derivanti dall’uso dei contenuti di informazione dovranno essere condivisi con i loro creatori, dunque i giornalisti.

Quindi le piattaforme come Google e Facebook pagheranno una somma per i contenuti che utilizzano.

La legge ha perciò il sostegno della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) e dell’Associazione Italiana Editori (AIE)

Una versione simile all’articolo 11 era stata sperimentata in Spagna e aveva portato alla chiusura volontaria di Google News, il principale aggregatore di notizie.  Così tuttavia il traffico sui siti di informazione è calato, portando a diverse critiche.

L’Articolo 13 invece riguarda come il diritto verrà protetto.

Viene escluso l’utilizzo di filtri rappresentati da algoritmi automatici che escluderanno la pubblicazione di materiale protetto da copyright di cui non si possiede la licenza, ma l’eventuale reclamo dei possessori di quei diritti sarà gestito da persone.

Inoltre, i singoli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online contenuti protetti da copyright, e la responsabilità sarà tutta nelle mani delle grandi piattaforme come Facebook o Youtube, mentre quelle di dimensioni medie avranno obblighi minori e le piccole saranno completamente esentate da qualsiasi verifica.

Il punto dolente è però legato ai costi di un simile sistema: più di 60 milioni di dollari. Un costo che non tutte le piattaforme potrebbero permettersi di pagare.

Un piccolo riassunto

L’opinione pubblica rimane quindi divisa sui contenuti della nuova riforma europea sul diritto d’autore.

Chi la vede come la giusta ricompensa per chi crea idee di valore e chi la percepisce come l’inizio della morte di internet come lo conosciamo.

  • Una piattaforma digitale pubblica un contenuto. Che cosa succede?

Dovrà riconoscere un equo compenso per quel contenuto, se richiesto

  • Il compenso va direttamente all’autore di quel contenuto?

Va all’editore che poi compenserà lo scrittore, il musicista, il giornalista

  • Se un autore ha già concordato un compenso, può avere dei benefici?

Le nuove norme gli permettono di rinegoziare l’accordo se svantaggioso

  • Wikipedia avrà problemi, dovrà sopportare nuovi costi?

No. Le enciclopedie web gratuite sono libere da vincoli e oneri

  • Piattaforme libere, open source, come GitHub (software), avranno problemi?

Neanche queste piattaforme sono investite dalle nuove norme

  • Nuove piattaforme digitali avranno gli stessi oneri delle vecchie?

No. Le nuove piattaforme (o start up) avranno vincoli meno stringenti

  • Tutti gli articoli giornalistici devono ricevere un equo compenso?

No. Resta gratuita la pubblicazione di brevi sintesi o frammenti

  • Questo al Parlamento Ue è l’ultimo passaggio?

Serve un ultimissimo via libera degli Stati, riuniti nel Consiglio europeo

  • Quando le nuove norme entreranno in vigore?

Due anni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

  • Dunque, dopo due anni, le nuove norme saranno subito esecutive

No. Gli Stati dovranno recepirle, con legge, nei propri ordinamenti

E per te?

Questa legge non dovrebbe avere grosse ricadute sulla tua impresa, a meno che non si tratta di un’agenzia editoriale.

Ma se anche l’unione europea sta guardando a internet è perché i mezzi come i blog stanno prendendo sempre più potere.

Se non vuoi che la tua impresa rimanga indietro

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